Guerra ed Arte

20.02.2025

In questa stupenda giornata di sole mentre mi riposo vicino alla "Zita kapelle" , qualche pensiero emerge nella mia mente...

1) Artisti e guerra

Uno stretto vincolo unì gli artisti alla guerra che non caratterizzò la posizione interventista degli avanguardisti futuristi ma anche pittori ed artisti di altri paesi .

"Come avrebbe potuto l'artista, il soldato nell'artista, non lodare Dio per la caduta di un mondo di pace di cui era così sazio, così nauseato! Guerra! Quale senso di purificazione, di liberazione, d'immane speranza ci pervase allora!" Thomas Mann

Durante la Prima Guerra Mondiale, molti artisti, scrittori e intellettuali si arruolarono, spesso per patriottismo o per obbligo di leva. Alcuni di loro morirono in battaglia, mentre altri sopravvissero e ne riportarono testimonianze fondamentali.

Filippo Tommaso Marinetti (Italia) – Il fondatore del Futurismo partecipò alla guerra come volontario, rimanendo ferito.

Umberto Boccioni (Italia) – Il celebre pittore e scultore futurista si arruolò come volontario nel Regio Esercito, ma morì nel 1916 in un incidente a cavallo durante un'esercitazione.

Gino Severini (Italia) – Non combatté direttamente ma visse la guerra da vicino e la rappresentò nelle sue opere.

Carlo Carrà (Italia) – Partecipò alla guerra, e la sua esperienza influenzò il suo stile, allontanandolo dal Futurismo verso una pittura più metafisica.

Ernst Ludwig Kirchner (Germania) – Il pittore espressionista tedesco si arruolò ma ebbe un crollo nervoso e fu congedato.

Otto Dix (Germania) – Servì come soldato e successivamente dipinse opere impressionanti sulla brutalità della guerra.

Franz Marc (Germania) – Pittore espressionista, arruolato e morto in battaglia nel 1916.

August Macke (Germania) – Pittore, arruolato e morto nel 1914.

Antonio Sant'Elia (Italia) – Architetto futurista, noto per il suo progetto Città Nuova, si arruolò volontario nel Regio Esercito come sottotenente del Genio. Morì in combattimento il 10 ottobre 1916 durante la battaglia di Monfalcone, sul fronte dell'Isonzo.

Marcello Piacentini (Italianissimo) – Non combatté direttamente al fronte, ma durante la guerra fu coinvolto in progetti di fortificazioni e infrastrutture militari. Dopo la guerra divenne uno dei principali architetti del periodo fascista.

Giovanni Michelucci (Italia) – Sebbene la sua attività principale si sviluppi dopo la guerra, fu arruolato e prestò servizio durante il conflitto. L'esperienza bellica influenzò la sua visione dell'architettura come strumento sociale.

2) Il destino degli abitanti dei confini.

Gli italiani che vivevano nei territori dell'Impero Austro-Ungarico allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si trovarono in una posizione complessa e spesso drammatica. Questi territori comprendevano il Trentino-Alto Adige/Südtirol, il Friuli orientale, l'Istria e la Dalmazia, oltre a parte della Venezia Giulia (inclusa Trieste).

Di fronte alla guerra, gli italiani sudditi dell'Impero si divisero principalmente due gruppi:

1. Lealisti austro-ungarici

Molti italiani rimasero fedeli all'Impero Austro-Ungarico, per convinzione o per necessità. Essendo sudditi dell'Impero, gli italiani vennero arruolati nelle forze armate austro-ungariche e combatterono sul fronte orientale contro la Russia e, dopo il 1915, anche sul fronte italiano. Gli italiani del Trentino, della Venezia Giulia e dell'Istria furono invece inquadrati in reparti multinazionali, spesso affiancati da soldati di lingua tedesca, slovena o croata. Infine, alcuni italiani, soprattutto tra le élite e la burocrazia, erano sinceramente fedeli all'Impero. Luigi Negrelli (ufficiale trentino), combatté con l'esercito austro-ungarico sul fronte orientale. Julius Kugy (1858-1944) non combatté direttamente nella Prima Guerra Mondiale, ma partecipò al conflitto in un ruolo di supporto ( alpen referent). Essendo troppo anziano per essere un soldato attivo (aveva circa 56 anni allo scoppio della guerra), venne coinvolto come ufficiale di collegamento per l'esercito austro-ungarico, in particolare sul fronte alpino. Grazie alla sua grande conoscenza delle Alpi Giulie e della montagna, fornì consulenze strategiche sulle operazioni militari in ambiente alpino, aiutando a pianificare spostamenti e approvvigionamenti per le truppe in alta quota. Max Fabiani (1865-1962) era un architetto di origine sloveno-italiana nato a San Daniele del Carso (oggi Štanjel, Slovenia), allora parte dell'Impero Austro-Ungarico. Durante la Prima Guerra Mondiale, non combatté direttamente, ma ebbe un ruolo importante come consulente militare per le infrastrutture dell'esercito austro-ungarico. Lavorò per l'esercito austro-ungarico nel rafforzamento delle fortificazioni e nella progettazione di insediamenti temporanei e militari.

2. Irredentisti filo-italiani

Un'altra parte della popolazione, specialmente tra gli intellettuali e i patrioti irredentisti, sperava nell'annessione all'Italia e si oppose all'Austria.

Molti fuggirono in Italia per arruolarsi volontarinel Regio Esercito. Tra loro vi furono figure celebri come Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa, che furono catturati e giustiziati dagli austriaci per alto tradimento. Cesare Battisti (1875-1916) – Trentino, ex deputato nel Parlamento di Vienna, lasciò l'Austria-Ungheria per arruolarsi come volontario nel Regio Esercito italiano. Catturato dagli austriaci sul Monte Corno nel 1916, fu giustiziato per alto tradimento a Trento. Fabio Filzi (1884-1916) , nato a Pisino (Istria), si unì a Battisti nel Regio Esercito. Anche lui fu catturato e impiccato dagli austriaci. Damiano Chiesa (1894-1916) ,nato a Rovereto, combatté come ufficiale italiano. Arrestato dagli austriaci e condannato a morte. Nazario Sauro (1880-1916), nativo dell'Istria, marinaio, passò con la Marina italiana. Catturato dagli austriaci durante una missione navale e impiccato a Pola.

affiora ancora, come in un flusso di coscienza, la considerazione finale:

se questa architettura rifletteva gli ideali, i gusti e la spiritualità dell'epoca, la loro obsoleta lingua gotica non poteva prevalere contro la nostra avanguardia futurista.